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Bacheca Recensione di Mara Pardini Inserito il 26/04/2023

Buona lettura è una rubrica curata da Mara Pardini. Uno spazio per “assaggiare” libri buoni, ovvero utili, piacevoli, intelligenti, capaci di lasciare un segno nell’immaginazione di chi li sfoglia.

...continua a leggere Recensione di Guglielmina Fornaseri Inserito il 21/04/2021

Guglielmina Fornaseri ha pubblicato questa recensione sul blog letterario LETTORI DI PROVINCIA

...continua a leggere Recensione di Sabrina Sani Inserito il 21/04/2021

Sabrina Sani mi ha intervistato. Ecco il testo pubblicato su LIBRIAMO

...continua a leggere Recensione di Elisa Santucci Inserito il 19/04/2021

Elisa Santucci recensisce Trapola su "Il mondo incantato dei libri"

...continua a leggere Luigi Preziosi recensisce Trappola Inserito il 18/01/2021

La recensione di Luigi Preziosi è apparsa sul "I Libri di Monpracem" il 18 gennaio 21

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Recensione di Mara Pardini Inserito il 26/04/2023 Buona lettura è una rubrica curata da Mara Pardini. Uno spazio per “assaggiare” libri buoni, ovvero utili, piacevoli, intelligenti, capaci di lasciare un segno nell’immaginazione di chi li sfoglia.

Il lettore ormai sa che il professore di filosofia Mauro Bignami possiede un’innata curiosità per il mistero e non resiste alla tentazione di pescare nel buio.

E quindi non si stupisce se l’incontro con un’anziana signora – Lorenza Borghelli, che mostra a Bignami un revolver dopo avergli chiesto un’informazione e confessato di aver ucciso un fantomatico “Tarcisio” – non lo abbandona, diventando vera e propria ossessione quando la donna viene trovata morta. Suicidio? Omicidio? Si scatena così lo spirito indagatore di Mauro Bignami che lo porta a scoprire un torbido passato.

In La donna con la pistola (Golem edizioni) Bruno Vallepiano ci regala una storia dinamica, che incuriosisce e gioca tra avvenimenti, coincidenze e misteri del passato, in un ritmo che cresce di pagina in pagina verso il finale rivelatore di scomode verità: uno spaccato di una vicenda di malagiustizia che, a partire dal mistero da risolvere, si dipana attraverso sorprendenti colpi di scena.

 

Mauro Bignami ancora una volta si afferma come uno di quei personaggi che non lascia mai il lettore, coinvolgendolo nel suo magnetismo e portandolo con sé sino alla fine di questa vicenda che si svolge a Gariola, piccolo villaggio di montagna in provincia di Cuneo dove risiede lo stesso Bignami.

Gariola diventa inatteso teatro di dinamiche distorte e di ipocrisie che caratterizzano le diverse personalità protagoniste della vicenda e i loro segreti, inseriti appieno nella tensione del libro.

Vallepiano sa costruire situazioni collaterali e figure intrecciate trattando anche temi legati all’ambiente, alla montagna, alla modernità, alle tradizioni, alla perdita dei valori.

E tutto questo stonerebbe se l’autore non intervenisse a filtrarli attraverso la spiccata evidenza del narrare, tra un ammicco e una pausa sapiente, spingendo il lettore a tentare di scoprire il legame con personaggi del passato, a distinguere gli indizi reali da quelli fuorvianti.

Amerà questa vicenda chi, oltre ai colori distinti e puliti dei libri di Vallepiano, farà propria l’impaziente voglia di verità di Bignami, centralissima figura di un libro che funziona.

Mara Pardini


Recensione di Guglielmina Fornaseri Inserito il 21/04/2021 Guglielmina Fornaseri ha pubblicato questa recensione sul blog letterario LETTORI DI PROVINCIA

lettoridiprovincia
Professore-detective, amante della montagna ma non ostile ai viaggi e al mare, Mauro Bignami è il protagonista di “Trappola per lupi” di @vallepianobruno . Un giallo non solo giallo, ma anche spaccato di società e indagine nell’età adulta: passati gli anni da scapestrato, raccontati nei volumi precedenti, ora Mauro Bignami si fa saggio e profondo, scoprendo qualcosa in più su se stesso. Edito dalla torinese golem.edizioni, “Trappola per lupi” è anche un omaggio ai luoghi del monregalese che l’autore abita e conosce come le sue tasche: tra gite in montagna e caffè in Piazza a Mondovì, non manca tuttavia un giro in America. Da @lettoridiprovincia siamo stati felici di leggere, tra i primi, il libro e di presentarlo: ora non vi resta che scoprirlo con noi.


Recensione di Sabrina Sani Inserito il 21/04/2021 Sabrina Sani mi ha intervistato. Ecco il testo pubblicato su LIBRIAMO

Sabrina Sani
LibriAMO

Dopo aver letto Trappola per lupi ho intervistato l'autore Bruno Vallepiano  che ringrazio per l'opportunità,  mi sono divertita e spero facciate una buona lettura!
L: i𝘯 "𝘛𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘶𝘱𝘪" 𝘭𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘦̀ 𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘎𝘢𝘳𝘪𝘰𝘭𝘢 𝘦 𝘔𝘰𝘯𝘥𝘰𝘷𝘪̀ (𝘦 𝘞𝘢𝘴𝘩𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 𝘯𝘥𝘢) 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘱𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘯𝘵𝘢𝘨𝘯𝘢, 𝘦́ 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘪?
B: Certamente si. Io credo che chi scrive si debba attenere il più possibile alla regola del “parlare di ciò che si conosce”. Ed è prima di tutto questa la ragione per cui le ambientazioni di base sono inserite in un territorio che conosco bene e che amo molto.
L: Bignami è un personaggio estremamente curioso, leale con gli amici ma anche incline a cacciarsi nei guai, quanto c'è di lei o com'è nato questo personaggio?
B: credo che sia impossibile a chi scrive attingere esclusivamente alla fantasia. Tutti noi siamo fatti di quello di cui ci siamo nutriti, anche in senso lato: letture, film, racconti, cose sentite, esperienze vissute. Quindi c'è un po' di tutto ciò in quel che scrivo,  credo che ci sia un po' di me in ognuno dei personaggi. Bignami è nato con caratteristiche che non avevo ancora trovato in quello che ho letto: non è un investigatore, non è un poliziotto, non è un prete e nemmeno una vecchia zitella. E' un prof di filosofia, credibile in un ambiente come quello in cui si muove.
L:in uno dei paragrafi del libro ci parla dei lupi, che cosa la attrae di questo animale che per lo più viene guardato con paura e spesso cacciato dal suo ambiente?
B: É un animale che mi affascina moltissimo ed è tornato a popolare i nostri boschi da qualche anno. La mia casa è nel bosco ed i lupi mi passano nel cortile, ho trovato le loro impronte nella neve. La notte spesso si sentono ululare e sentirli è una esperienza davvero incredibile. Tuttavia anche oggi, come un tempo, il lupo ha molti nemici tra gli uomini.
L:secondo lei cosa non deve mancare in un buon giallo? Ha un autore a cui si è ispirato come stile? E qual'é il suo libro preferito?
B: un giallo deve divertire, la storia deve scorrere. In un noir mediterraneo, genere nel quale mi identifico, non deve mancare oltre all'intrigo o all'indagine, un messaggio che descriva o denunci qualche aspetto importante della società contemporanea, ed ovviamente la descrizione del territorio. Non solo gialli ambientati nelle grandi metropoli, ma anche nella provincia.
Farei un lungo elenco di libri “preferiti”. Amo molto tra gli italiani Massimo Carlotto e Sandrone Dazieri. Tra gli stranieri primeggia certamente Joe Lansdale.
L: per Carrisi "il libro è un viaggio di cui, a differenza del lettore, lo scrittore ne possiede la piantina". Per altri invece "sono i personaggi a fare la storia senza che lo scrittore abbia idea del finale". In quale pensiero si riconosce?
B: Non amo molto Carrisi perché lo trovo troppo “prefabbricato” anche se so che è molto popolare, però una parte della sua affermazione è vera. Ha omesso di dire, però, che la cartina, l'autore,  ce l'ha solo quando ha completato il libro. Io scrivendo fornisco ai miei personaggi un brogliaccio, una traccia sommaria, poi loro si muovono con una certa autonomia mano a mano che la storia si srotola.
L: sta già lavorando ad un nuovo libro? O ha progetti diversi?
B: sto scrivendo il sequel di Gioco Fatale. In questo caso il protagonista è un investigatore privato che si chiama Rudy Ferrero, mi sto divertendo molto a scriverlo, spero di far divertire anche i miei lettori.
L: oltre che scrittore, giornalista e sceneggiatore, é anche ideatore del Concorso Letterario "La quercia del Myr", com'è nata quest'idea e in cosa consiste?
B: Da organizzatore di eventi letterari, tra cui il Concorso letterario La quercia del Myr, Libri Liberi e GiallOrmea ho visto passare sotto i miei occhi molte centinaia di libri, tantissimi auto pubblicati o provenienti da case editrici introvabili. Ebbene, alcuni di questi testi sono davvero meritevoli ed hanno caratteristiche tali per cui non sfigurerebbero tra autori ben più noti. Non tutti, ovviamente. Però sappiamo che spesso sono inopportuni anche testi pubblicati da grandi editori, e sono generalmente quelli che sono sostenuti da una presenza televisiva dell'autore . Quindi onore agli editori che hanno voglia di sperimentare e fanno il loro mestiere e non i cartavendoli; fanno editing, scelgono, e quando vanno in stampa hanno studiato la grafica ed una possibile strategia di di diffusione e offrono opportunità serie. Il concorso è nato per offrire l'opportunità a molti autori ed editori validi di mettersi in gioco e di contribuire a dar loro visibilità.


Recensione di Elisa Santucci Inserito il 19/04/2021 Elisa Santucci recensisce Trapola su "Il mondo incantato dei libri"

Un noir con connotazione gialle, il bel libro di Bruno Vallepiano, Golem edizioni.

La storia si muove su due piani territoriali; da una parte le montagne di Gariola, dall’altro un Golf club a Washington. Un incrocio continuo di storie e personaggi,

Un omicidio negli Usa e un ritrovamento di ossa a Gariola sembra il filo conduttore tra Washington e Gariola, ma la storia è molto più complessa, man mano che si va avanti nella lettura, iniziano a snodarsi i veri argomenti che stanno a cuore a Vallepiano.

La morte di un caddy al golf club di Washington, inizialmente sembra la trama che l’autore svilupperà tra le pagine del libro. Ma a Gariola, un paesino montano dove il nostro professore di filosofia e protagonista Mauro Bignami, amante delle investigazioni, è ospite con sua moglie Ceci nel B&B dei loro amici di sempre, Paolo e Clotilde, proprio nel B&B sono alloggiati un gruppo di americani, arrivati a Gariola per restaurare un vecchio casale ereditato dai loro avi di origine italiana. E proprio qui, Vallepiano racconta una storia di una difficile migrazione attraverso vari paesi sudamericani, fino ad approdare negli Stati Uniti. Ma cosa avranno in comune gli americani alloggiati nel B&B con quello che accade a Washington? Questo lo scopriranno i lettori leggendo questo piacevolissimo noir di Bruno Vallepiano. Per gli aficionados, Bignami è un personaggio ormai familiare e amato visto che è il protagonista del quarto romanzo del bravo giallista.

In trappola per lupi, Bignani si trova suo malgrado ad indagare su una situazione controversa e pericolosa. Interpol, servizi segreti americani, false notizie costruite in studio per manipolare il pensiero del popolo: i veri fruitori di questo sporco lavoro. L’autore tocca un argomento molto attuale che sta molto a cuore a chi si rende conto, anche con l’uso di internet, che sembra ci consegnino nelle mani il mondo, con tutto lo scibile possibile, invece può diventare, un grande mezzo di manipolazione planetaria.

Bruno Vallepiano è un ottimo narratore, ci ha portato tra le montagne intorno a Mondovì, facendocele vedere e vivere attraverso le sue descrizioni che trasudano di amore per la montagna; un ottimo giallista che dissemina, con mano esperta, indizi in tutto il romanzo per poi sorprenderti nel finale.

Io ho conosciuto Bruno Vallepiano attraverso una diretta live nel mio caffè letterario, e ho avuto il piacere di conoscere un autore molto amato, i suoi libri sono riusciti a circondarlo da un nugolo di lettori che lo seguono con passione. Ovviamente il merito è solo della sua scrittura appassionante e piacevolissima.

Il registro narrativo rispetta pienamente il genere letterario. che l’autore percorre già da diversi libri; anche utilizzando spesso lo stesso protagonista, come spesso accade in questo genere letterario, già dai tempi di Agata Christie: chi non ricorda l’ispettore Poirot?

Bruno Vallepiano è un validissimo autore di noir che si spingono fortemente nel giallo, io ne consiglio la lettura a tutti gli amanti di Bignami, di tutti i protagonisti che la sua penna crea e continuerà a creare in futuro, e a tutti i lettori che amano belle storie coinvolgenti e scritte bene.

Elisa Santucci


Luigi Preziosi recensisce Trappola Inserito il 18/01/2021 La recensione di Luigi Preziosi è apparsa sul "I Libri di Monpracem" il 18 gennaio 21

LA TRAPPOLA PER LUPI ED IL PROFESSORE DI LICEO

Con Trappola per lupi (Golem edizioni, Torino)  Bruno Vallepiano consegna al lettore un romanzo a metà tra il noir e il giallo (come tenderebbe a identificarlo la copertina volutamente richiamante le copertine dei gialli Mondadori). Il fondo poliziesco del racconto è poi temperato da un assetto complessivo da narrazione di avventura, con diversi cambi di ambientazione, rivelazioni ed agnizioni propri del genere. La miscela rende più verosimile la figura del protagonista, investigatore non professionista, e più comprensibile il suo casuale trovarsi coinvolto in un intrigo di portata internazionale (ma non senza in fondo volerlo, visto che ha avuto in dote quell’ “assillo di voler capire le cose fino in fondo”, da cui non riesce a liberarsi). 

    L’avvio tratteggia un tranquillo interno borghese di provincia, raccontando il rientro dalle vacanze passate in Croazia con la famiglia di Mauro Bignami, professore di storia e filosofia. Non essendo ancora disponibile, per lavori di ristrutturazione, la sua abitazione a Gariola, presso Mondovì, si sistema nel bed and breakfast di una coppia di amici. Qui incontra tre americani i cui antenati, contadini originari di Gariola, erano emigrati in America del Sud e tre giovani tedeschi. 

    Contemporaneamente, al Golf Club di Pleasent Valley di Washington, su un campo da golf, viene ucciso, con un con un colpo di fucile di precisione, un caddy che accompagna Elliot Fallest, responsabile di una importante agenzia di giornalismo investigativo. Le indagini vengono affidate ad Arvin, detective burbero e disincantato per la sua lunga consuetudine con il crimine. Le due storie scorrono su binari paralleli, senza apparenti punti in comune, l’una narrata in prima persona, l’altra in terza, quasi a rimarcare distanze sia geografiche sia psicologiche.

     Il ritrovamento di una ragazza rimasta intrappolata con una gamba imprigionata in un’enorme tagliola per lupi nascosta nel profondo del bosco consente al professor Bignami di stabilire impensate connessioni tra le due vicende. 

    A questo punto il gioco si fa duro anche sul fronte italiano; quello americano lo è fin dall’inizio, come da consolidata tradizione giallistica nazionale. Le due storie confluiranno e troveranno conclusione in terra cuneese, per merito del professor Bignami, al termine di una girandola di colpi di scena, grazie alla quale il ritmo della storia subisce un’improvvisa accelerazione. Nel fondo di una delle più sonnacchiose province italiane verranno così a sciogliersi nodi di vicende tanto geograficamente lontane quanto moralmente opache. Vengono evocati i pericoli che possono causare le distorsioni nella comunicazione pubblica, se asservite ad interessi politici perseguiti anche a costo di falsare il corso di eventi di straordinaria portata. L’omicidio di Washington è infatti connesso alle manovre dei servizi segreti statunitensi per diffamare il nemico sia nella guerra del Golfo sia nel successivo intervento in Afghanistan, e quindi dare credibilità all’urgenza tanto conclamata di esportare la democrazia nei paesi dove non riesce ad allignare.

    Le scelte espressive di Vallepiano puntano con ogni evidenza ad una estremizzazione della semplicità: pare quasi che l’autore ostenti intenzionalmente la propria opzione stilistica. E così la forma della narrazione è intenzionalmente disadorna, priva di orpelli o di sovrastrutture formali che rischierebbero di compromettere la linearità della scrittura.

    Quanto alla costruzione della narrazione vera e propria, l’autore gioca con accortezza sulle diversità, senza per nulla rinunciare ad esplicite contrapposizioni. Al di là dell’Atlantico, indaga un poliziotto da hard boiled school, nel cuneese uno svagato professore di liceo. Le azioni del primo sono narrate in terza persona, quasi a costituire una sorta di diaframma che sottintende distanze tanto più evidenti se confrontate alla bonaria colloquialità indotta dalla prima persona attraverso la quale siamo indotti a scoprire pensieri e sentimenti del professore italiano. L’ambientazione americana è incentrata sugli interni, o su contesti urbani, il paesaggio naturale è costretto nella razionalità di un campo da golf. La montagna cuneese è invece boscosa, rigogliosa e profondamente radicata nella narrazione, spesso ponendosi come silenzioso controcanto rispetto alle sensazioni che evocano le vicende raccontate. 

    L’opulenza descrittiva che arricchisce alcune svolte del racconto svela un autore particolarmente attento alle rivelazioni della natura, che a tratti racconta di sé come  se fosse un personaggio non secondario della storia:  “gli alberi che rivestivano il versante della montagna di fronte avevano assunto le colorazioni autunnali; i ciliegi selvatici erano esplosi con le loro chiome rosse ed erano un urlo in mezzo a una tavolozza che variava dal giallo acceso al verde cupo, fino all’ocra. Il bosco era in un momento di sontuoso splendore. Uno spettacolo fugace da cogliere al volo; sarebbe bastata una giornata di pioggia per trasformare ogni cosa e sospingere il marrone e il verde opaco verso la conquista dell’intero scenario, il rosso sarebbe svanito spegnendosi anch’esso verso la fase ultima, prima del risolutivo denudarsi degli alberi.”

    Un così esplicito ascolto  delle voci del mondo creato autorizza un’ ipotesi di lettura  che, oltre alle evidenze della trama, riesca a riconoscere un autonomo significato anche alle tracce del senso autenticamente rigenerante di natura disseminate nel testo, come nostalgia di una remota purezza, o come speranza di un ricupero di saggezza che cancelli le miserie in cui il protagonista ha dovuto imbattersi.

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